Quali parti hanno un valore terapeutico?
Non tutte le parti delle piante hanno molecole attive o in egual modo, solo quelle che vengono chiamate droghe vegetali, sono utilizzate nella fitoterapia.
La parte della pianta con una maggiore produzione di di glucosidi e alcaloidi, e quindi la più usata, è sicuramente la foglia.
Il fusto, invece, i funzione del suo canale di collegamento tra le foglie e le radici, può contenere principi attivi, ma la sua maggiore concentrazione molto spesso la troviamo nella corteccia.
Ci sono alcuni casi che i principi attivi delle piante si trovano, in quello che viene definito, alburno, la parte cioè che si trova tra il tronco centrale e la croteccia.
Il legno, inteso come parte solida del fusto o dei rami, anch’esso può racchiudere un valore terapeutico della pianta, come ad esempio nella betulla dalla quale si ottiene il carbone vegetale.
Le radici, invece, assorbendo l’acqua dal terreno e con essa gli elementi minerali, generalmente accumula zuccheri, vitamine e in poca concentrazione alcaloidi.
Gli elementi terminali della pianta hanno un grande potere terapeutico, come le gemme che racchiudono l’energia di un fiore che sta nascendo. Come loro anche i bulbi che sono delle riserve per la pianta stessa.
I fiori sono spesso ricchi di principi attivi, con grandi valori terapeutici, a loro è affidato il compito più importante per una pianta, la riproduzione.
Anche i petali, ricchi di pigmenti, alcuni come la ginestra contiene flavoni, altri come la rosa tannini, quelli della lavanda sono ricchi di essenze, quelle ciliegi e del mais sono diuretici.
Anche il polline al loro interno, può rappresentare una grande fonte di valore terapeutico, alcuni, infatti sono ricchi di vitamine e oligominerali.